venerdì 4 luglio 2008

Milan, tra "Fede" e interessi

Ero grande tifoso del Milan, mi appassionavano le gesta di Rivera, Prati, Albertosi e poi di Gullit, Van Basten, il grandissimo capitano Franco Baresi. Ad un certo punto nella vita di noi milanisti entrò a gamba tesa la politica. LUI, il presidente, scese in campo. Iniziò un martellamento mediatico senza precedenti, con spot, più o meno mascherati, utilizzando a tappeto tutte le sue tv, con tutto ciò che poteva influenzare l'immaginario collettivo e dargli popolarità. Imperversava da tutti gli schermi con calciatori, coppe vinte, atterraggi di elicotteri su campi di calcio, bambini in braccio vestiti da milanisti. Un repertorio che immaginavamo di poter vedere solo in un paese del Sudamerica. Il calcio come forte strumento di propaganda politica. Cominciai a sentire un conflitto tra il tifo per la mia squadra, compagna di discussioni accesissime al bar con gli amici, e l'avversione per questo discutibile imprenditore, amico, sostenitore economico e politico di Craxi e quindi complice dello sfascio morale dell'Italia di quegli anni. Piano piano smisi di tifare e di essere attratto da questo sport. Realizzai che in fondo, il calcio è portato avanti, nella maggior parte dei casi da imprenditori discutibili, che, chi piu' chi meno, ha problemi con la giustizia. Finì quindi una passione che mi portavo da bambino, a cui, tra l'altro, ero legato anche da un ricordo innocente. Avevo otto anni e tifavo per la Juventus, in Italia era la squadra piu’ vincente e con piu’ appeal. C’era una bambina, vicina di casa, di due anni più "vecchia", tifosa del Milan. La corteggiavo in maniera timida e tenera come solo i bambini sanno fare. Mi promise di darmi un bacio solo se avessi cambiato squadra del cuore. Ebbene, non me lo feci chiedere due volte. A partire da questo casto episodio cominciai a seguire le gesta sportive di questa squadra. Si creò il classico legame affettivo da tifoso che mi ha accompagnato fino all'età adulta.
Ma il vero "divorzio" dal Milan, ci fu quando seppi che, un noto personaggio televisivo che si spaccia per giornalista, un certo Emilo Fede, fece in qualche modo il mio stesso percorso. Anche lui era tifoso juventino. Anche lui cambiò improvvisamente squadra per cui fare il tifo. Anche lui diventò milanista. Ma non lo fece per il desiderio di un bacio tra due bambini, no.
Non lo fece per una cosa così innocente.