domenica 28 ottobre 2007

LA PORCILAIA

di Marco Cedolin
L’Italia di questi mesi ha il colore del fango, il fango spesso che sa di marcescente e ti si appiccica alle scarpe come cemento mentre lo calpesti e schizza sui tuoi pantaloni.
I mestieranti della politica e quelli dell’informazione grufolano come degli ossessi nei liquami da loro stessi creati e grugniscono senza posa, sviscerando discorsi che sanno di fango, esibendosi in litigi di fango e chiosando con i loro musi suini mentre promettono mirabilie ed effetti speciali fatti di fango, già secco.
Romano Prodi sembra il pupazzo di un luna park, guarda la telecamera come inebetito e ride, giurando che questo governo durerà, perché deve liberare il paese dal fango, mentre dietro di lui qualcuno fischia ed uno stuolo di giornalisti limacciosi tenta di ripulire dal fango la sua giacca di fango.
Silvio Berlusconi simile ad una scultura materica di fango giura che questo governo non durerà, mentre sullo sfondo un suino ed il suo Calderoli passeggiano zampa nella zampa nel limo.
Gianni Riotta ed Eugenio Scalfari dentro lo studio di Rai uno strapieno di fango grugniscono imbufaliti, lasciando intendere che è tutta colpa dell’antipolitica e di Beppe Grillo.
Clemente Mastella è il più furente di tutti e paventa un linciaggio contro di lui, volto a trasformarlo in salumi e sanguinaccio. Tutti mi perseguitano, Crozza e Floris con Ballarò, la Forleo e De Magistris con le inchieste giudiziarie, Beppe Grillo e Di Pietro con il giustizialismo, la sinistra radicale che se la ride e più di tutti Santoro e Travaglio con Anno Zero che è una trasmissione che non ho visto, ma parlava di fango e per questa ragione mi ha offeso profondamente.
Perciò via dalla Rai le trasmissioni che parlano di fango, via i magistrati che rimescolano nel fango, via i comici che mi lanciano addosso fango, la fanghiglia è un ambiente naturale tiepido e confortevole e nessuno me la porterà via. Berlusconi si dice pronto a giurare che Mastella

FORLEO IN LACRIME

PESCARA — Il giudice Clementina Forleo rinuncia alla scorta dei carabinieri con un gesto di protesta che segue la sua denuncia di pressioni e intimidazioni. «Perché i vertici dell'Arma non fanno luce su quanto ho denunciato?», si chiede il giudice delle scalate bancarie. E' la mattina di ieri e con il collega di Potenza Henry John Woodcock la Forleo sta per ricevere a Pescara il premio «Paolo Borsellino» dall'associazione Società civile. I due magistrati siedono vicini, ma i loro pensieri sono distanti. Il pm che ha dato il via a Vallettopoli prende la parola. Calmo, informale, parla di Borsellino come di un modello umano e professionale. Il suo intervento affronta il rapporto legalità- lavoro: «Non si può parlare di cultura della legalità senza pretendere un adeguato sbocco lavorativo per i giovani».
Quindi un riferimento all'inchiesta Why not del collega di Catanzaro Luigi de Magistris: «Le vicende calabresi, come tanti fenomeni criminali, sono ancora una volta legate ai problemi della disoccupazione. Non si può pensare che la gente si ispiri a criteri di probità quando alla fine del mese non c'è da mangiare». Clementina Forleo è arrivata turbata. Ha letto sulla stampa in questi giorni «notizie alterate ad arte e non corrispondenti al vero» relative alle sue dichiarazioni spontanee ai carabinieri. Anche sui genitori, morti in un incidente stradale. L'auditorium «De Cecco» è affollato soprattutto da ragazzi. «Noi difendiamo la legalità a prescindere. Anche quando bisogna schierarsi contro gli stessi operatori della legalità. Talvolta è difficile sopportare il peso delle pressioni specialmente quando arrivano anche dall'interno delle stesse strutture di lavoro», è la motivazione al premio spiegata da Leo Nodali, coordinatore abruzzese dell'associazione «Società civile».

Applausi scroscianti che aumentano quando la Forleo sale sul palco per ricevere la targa da Olga D'Antona, vedova del giuslavorista assassinato dalle Br. Il giudice ricorda Paolo Borsellino: «Il suo messaggio è più che mai attuale: non cedere al ricatto dei poteri forti, qualunque colore abbiano e dietro qualunque colore si nascondano». L'esordio carica la platea. «Paolo Borsellino sappiamo come morì e quali furono gli eventi che precedettero la sua morte. Fu screditato e delegittimato purtroppo anche dai suoi colleghi e dalle forze dell'ordine. Denunciò che le indagini si stavano arenando e che il pool si stava sfasciando». Un parallelismo tra la situazione che lei sente di vivere e quella del magistrato trucidato dalla mafia. Mentre a fatica trattiene le lacrime, Clementina Forleo invita i giovani «a non cedere al ricatto » prima di tornare agli articoli di giornale: «vogliono dare di me l'immagine di un fiume in piena, di una pazza, una che sta perdendo l'equilibrio» è la conclusione. Applausi e urla in sala. Quando esce con Woodcock ha già maturato la sua decisione e i carabinieri di scorta sono costretti a lasciarla partire. Da sola.
Giuseppe Guastella 28 ottobre 2007

UDEUR ESEMPIO DI DEMOCRAZIA

Adnkronos) - "Solo nel periodo fascista e nell’era dei processi sommari stalinisti ci sono stati giudici prigionieri delle loro ideologie. Lo spettacolo di ieri sera, indegno, per il servizio pubblico radiotelevisivo,ha dimostrato,oltre alla ben nota faziosita’ dei Santoro e dei Travaglio, una arrogante e sprezzante considerazione dei due magistrati ormai diventati vere star televisive nei confronti delle sagge parole del Capo dello Stato. Lo sottolinea in una nota l’ufficio politico dell’Udeur a proposito della trasmissione ’Annozero’ in onda ieri sera sulla Rai. "Assai grave -si legge nel comunicato- che magistrati, che conducono inchieste, si lascino andare a giudizi e sospetti, nel pieno della loro attivita’ investigativa, senza un minimo di contraddittorio da parte dei soggetti che rientrano nelle attivita’ investigative stesse". Per l’Udeur "una giustizia cosi’, dove i testimoni dei processi anziche’ parlare nei luoghi sacri dei palazzi di giustizia sono chiamati a parlare alle piazze, non e’ la nostra giustizia e la combatteremo con tutte le nostre forze perche’ sappiamo che questa non e’ la giustizia della stragrande maggioranza dei giudici italiani che fanno il loro dovere con dignita’ serenita’ e assai spesso con difficolta’

CHI TI STA ACCANTO E' TUO FRATELLO

Chi ti sta accanto è tuo fratello

Anche tu sei mio fratello
ma ora vieni a casa mia
perchè piove.

Le gocce della pioggia
sono le lacrime degli uomini
che lavorano tanto.

Le lacrime delle donne
perchè vengono pagate poco
e non possono sfamare i loro figli.

Le lacrime di noi due
perchè pensiamo a queste cose
che succedono ogni giorno.

SENATORI IN LEASING (Michele Serra)

Comperare un senatore: ciò che un tempo poteva sembrare una stravaganza per pochi ricchi, oggi può essere un investimento sicuro, quasi alla portata di tutti. Le possibilità offerte dal moderno mercato politico-finanziario sono infatti molteplici. Vediamo le principali.
Acquisto classico: È ancora la forma preferita da chi non ha problemi di liquidità, come Silvio Berlusconi. La cifra varia sensibilmente a seconda dell'età dell'articolo in vendita: un senatore sotto la cinquantina, se di sana costituzione, può valere anche un milione di euro perché può essere rivenduto con sicuro profitto nelle prossime legislature. Un senatore anziano vale meno della metà, anche se la moda dei senatori vintage sta facendo lievitare i prezzi degli ex democristiani, richiestissimi anche per battesimi e prime comunioni, e degli ex socialisti, il cui prezzo raddoppia se nano oppure ballerina. Poi, naturalmente, ci sono i pezzi unici: per una senatrice ex socialista, non solo ballerina ma addirittura anche nana, sono stati offerti cento milioni di euro da un miliardario russo che intendeva esporla impagliata nel suo loft londinese.
Affitto o noleggio: Per chi consideri troppo oneroso l'acquisto, sono ormai numerose le agenzie romane che offrono senatori in affitto per l'intera legislatura, o anche a noleggio per una sola votazione. Pacchetti molto vantaggiosi comprendono, oltre al noleggio del senatore o della senatrice per un'intera seduta a Palazzo Madama, anche la cena serale in un ristorante tipico e un brillante dopocena su una terrazza romana, compresa la scazzottata con il paparazzo. Un senatore del gruppo misto, molto spiritoso, include tra i suoi servigi anche un bacio alla francese in macchina, a fine serata, con il suo cliente.
Mercatino dell'usato: Fino a qualche mese fa era una pratica semiclandestina: a Porta Portese alcuni ambulanti offrivano sottobanco senatori usati. Bastava farsi capire, loro aprivano il furgone e sotto gli scampoli di stoffa o le scatole di scarpe spuntavano un paio di senatori, spesso in ottimo stato, e abbinabili come i comodini d'epoca. Ultimamente, grazie alla fine delle ipocrisie del politically correct, i senatori e le senatrici di seconda mano sono direttamente esposti sulle bancarelle, in grisaglia o in tailleur, e vanno davvero a ruba. Ma attenzione all'incauto acquisto: non tutti i senatori in vendita nei mercatini sono ancora in carica, e il rischio è ritrovarsi in casa con un ex senatore, dimesso già da tre o quattro legislature, che rompe i coglioni perché è abituato all'auto blu e vi frega le cravatte dall'armadio.
Leasing: Il senatore in leasing: ecco una soluzione davvero efficace, che mi piacerebbe molto potervi spiegare se fossi riuscito a capire, in tutti questi anni, che cos'è il leasing.
Ingrosso:Trattare l'acquisto di senatori al dettaglio può essere molto costoso. Ed ecco che va diffondendosi la compravendita all'ingrosso di interi gruppi parlamentari, che vengono consegnati a domicilio su un torpedone già impavesato con i colori dell'acquirente. Sul pullman, durante la cerimonia di consegna del materiale umano, finite le visite sanitarie e il controllo della dentizione, spesso ha luogo anche una rumorosa asta di pentole e piccoli elettrodomestici.
Senator Crossing: È una pratica molto simpatica, che va diffondendosi sulla falsariga del book-crossing: si lascia il proprio senatore su una panchina, o nella sala d'aspetto della stazione, in attesa che qualcuno se lo porti a casa e magari lasci al suo posto un altro senatore. Le sorprese sono infinite, il ricircolo delle idee è praticamente senza limiti: può capitare di lasciare in un parco un senatore di Rifondazione di origine operaia e ritirare una beghina della Margherita, oppure un ex repubblichino, o un concusso dell'Udc. "Pratico il senator-crossing da anni ", ci ha confidato un lobbista del Nord-Est, "e devo dire che sono sempre rimasto soddisfatto, tranne quella volta che in un autogrill ho caricato un senatore dipietrista che voleva farmi arrestare perché non avevo messo la freccia".