domenica 28 ottobre 2007

FORLEO IN LACRIME

PESCARA — Il giudice Clementina Forleo rinuncia alla scorta dei carabinieri con un gesto di protesta che segue la sua denuncia di pressioni e intimidazioni. «Perché i vertici dell'Arma non fanno luce su quanto ho denunciato?», si chiede il giudice delle scalate bancarie. E' la mattina di ieri e con il collega di Potenza Henry John Woodcock la Forleo sta per ricevere a Pescara il premio «Paolo Borsellino» dall'associazione Società civile. I due magistrati siedono vicini, ma i loro pensieri sono distanti. Il pm che ha dato il via a Vallettopoli prende la parola. Calmo, informale, parla di Borsellino come di un modello umano e professionale. Il suo intervento affronta il rapporto legalità- lavoro: «Non si può parlare di cultura della legalità senza pretendere un adeguato sbocco lavorativo per i giovani».
Quindi un riferimento all'inchiesta Why not del collega di Catanzaro Luigi de Magistris: «Le vicende calabresi, come tanti fenomeni criminali, sono ancora una volta legate ai problemi della disoccupazione. Non si può pensare che la gente si ispiri a criteri di probità quando alla fine del mese non c'è da mangiare». Clementina Forleo è arrivata turbata. Ha letto sulla stampa in questi giorni «notizie alterate ad arte e non corrispondenti al vero» relative alle sue dichiarazioni spontanee ai carabinieri. Anche sui genitori, morti in un incidente stradale. L'auditorium «De Cecco» è affollato soprattutto da ragazzi. «Noi difendiamo la legalità a prescindere. Anche quando bisogna schierarsi contro gli stessi operatori della legalità. Talvolta è difficile sopportare il peso delle pressioni specialmente quando arrivano anche dall'interno delle stesse strutture di lavoro», è la motivazione al premio spiegata da Leo Nodali, coordinatore abruzzese dell'associazione «Società civile».

Applausi scroscianti che aumentano quando la Forleo sale sul palco per ricevere la targa da Olga D'Antona, vedova del giuslavorista assassinato dalle Br. Il giudice ricorda Paolo Borsellino: «Il suo messaggio è più che mai attuale: non cedere al ricatto dei poteri forti, qualunque colore abbiano e dietro qualunque colore si nascondano». L'esordio carica la platea. «Paolo Borsellino sappiamo come morì e quali furono gli eventi che precedettero la sua morte. Fu screditato e delegittimato purtroppo anche dai suoi colleghi e dalle forze dell'ordine. Denunciò che le indagini si stavano arenando e che il pool si stava sfasciando». Un parallelismo tra la situazione che lei sente di vivere e quella del magistrato trucidato dalla mafia. Mentre a fatica trattiene le lacrime, Clementina Forleo invita i giovani «a non cedere al ricatto » prima di tornare agli articoli di giornale: «vogliono dare di me l'immagine di un fiume in piena, di una pazza, una che sta perdendo l'equilibrio» è la conclusione. Applausi e urla in sala. Quando esce con Woodcock ha già maturato la sua decisione e i carabinieri di scorta sono costretti a lasciarla partire. Da sola.
Giuseppe Guastella 28 ottobre 2007

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