mercoledì 27 maggio 2009

Ora ha il terrore dei contestatori che gli gridino «pedofilo, vattene, vergogna!»

Il «trappolone» che il Cavaliere più teme, di qui alle elezioni, non consiste nelle rivelazioni osé dei «giornali nemici», come li battezza lui, gruppo «Repubblica» in testa. No, il vero incubo di Berlusconi, quello che in queste ore ne attizza gli sfoghi semi-pubblici, ha l’aspetto a lui molto familiare di una telecamera. Che l’attende al varco dopo il comizio, la manifestazione pubblica, la passeggiata tra la gente. E riprende un gruppo di contestatori, magari semplici figuranti, che spuntano fuori come dal nulla, peraltro inquadrati in modo da sembrare folle oceaniche. I quali gli gridano «pedofilo, vattene, vergogna!». E la contestazione organizzata fa subito il giro del mondo, creando l’evento simbolico della dissacrazione, come fu per Bettino Craxi il famoso lancio di monetine in via del Corso, prologo della sua fine politica.

(da la Stampa) l'articolo continua qui


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Lunedì. Ho aspettato questo lunedì come risolutore di qualcosa. Un lunedì dopo un fine settimana da incubo. Sì, perché il tempo si ferma ancora di più al fine settimana. E si aspetta non si sa cosa. Di buon'ora sono uscita per sovrintendere alla verifica di una casa agli interni della quale avevo lavorato fino al giorno prima del sisma. La cliente amica mi ha pregata di sostenerla in questa dolorosa incombenza. Ho così visitato il quartiere di San Pietro, il più devastato dall'evento. Viste le macerie, ho ancor di più elaborato il dramma della perdita. Le ciance inconcludenti di una studentella appena laureata in architettura mi hanno infastidita non poco. Lei faceva la saputella, noi piangevamo in fondo al cuore... continua