lunedì 2 giugno 2008

Barzellette sullo stalinismo

"Un giudice si piega in due dal ridere. Un collega gli chiede cosa c'è di così buffo. "Ho appena sentito la storiella più divertente della mia vita", gli risponde il giudice. "Raccontamela", lo prega il collega. E il giudice: "Non posso, ho appena condannato un tizio a cinque anni di lavori forzati per averlo fatto".

"Quali furono le ultime parole di Mayakowskij prima di suicidarsi? "Compagni, vi prego, non sparate"".

"L'insegnante chiede all'alunno chi sono suo padre e sua madre. "Mia madre è la Russia e mio padre è Stalin", risponde pronto il bambino. Compiaciuta, l'insegnante insiste: "E tu cosa vuoi diventare da grande?" E il bambino: "un orfano"".

"Un operaio va a comprare la macchina, paga, poi chiede all'impiegato quando gliela consegneranno. Quello controlla su un librone e dice: "Fra dieci anni". "D'accordo", replica l'operaio, "ma di mattina o di pomeriggio?". "E che ti importa - risponde l'impiegato - tanto è fra dieci anni". "No, vedi compagno - spiega l'operaio - è che di mattina viene l'idraulico".