giovedì 30 marzo 2017

Pendolari


Nonostante fosse un giorno qualsiasi, di un anno qualsiasi, quel giorno lo ricorderò per sempre con un sorriso, perché mi fece dono del classico aneddoto da raccontare agli amici nelle umide e nebbiose serate invernali passate in trattoria, sgranocchiando crostini al radicchio e provolone piccante, accompagnati da un numero imprecisato di “ombre” di cabernet franc.
Durante il viaggio in treno, in una tratta ferroviaria non molto conosciuta della sinistra Piave nel trevigiano, i viaggiatori del mio vagone, degli stanchi lavoratori pendolari (che quell’anno sembrava seguissero tutti la moda dell’unghia lunga del mignolo) improvvisamente si alzarono a turno facendo la hola, poi applaudirono e terminarono con una standing ovation. Rimasi interdetto e, incuriosito, chiesi subito al ragazzo seduto di fronte il motivo di quella strana scenetta. E così mi spiegò, con un sorriso tra lo sdegnato e il divertito, che quel giorno le ferrovie, per la prima volta dopo tanti anni, avevano azzeccato la giusta temperatura dell’aria condizionata.

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