Ci sono dei motivi per cui esistono accenti di due tipi ed apostrofi, vediamo un po’ che uso farne: richiedono l’accento acuto sulla e finale: affinché, benché, cosicché, finché, giacché, né, nonché, perché, poiché, purché, sé (come pronome: “Tizio pensa solo a sé”), sicché, ventitré e tutti i composti di tre (trentatré, quarantatré, centotré, ecc.); infine, le terze persone singolari del passato remoto di verbi come battere, potere, ripetere, ecc.: batté, poté, ripeté, ecc.
In tutti gli altri casi, l’accento sulla e finale è grave. Ricordate, in particolare, di segnarlo sulla terza persona del presente indicativo del verbo essere: è, su tè e su caffè.
Mettere l’accento o meno in alcuni casi non è facile. Bisogna ricordare che l’accento NON si mette sui monosillabi (che orrore leggere: Non ci stà). Quindi non hanno MAI l’accento va (terza persona di andare), fa, sta, qui, qua.
dà (verbo dare): Mi dà fastidio - da (preposizione): Vengo da Bari
dì (il giorno): La sera del dì di festa - di (preposizione): È amico di Marco
è (verbo essere): È stanca - e (congiunzione): coltelli e forchette
là (avverbio di luogo): vai là - la (articolo o pronome): La pizza, la mangi?
lì (avverbio di luogo): Rimani lì – li (pronome): Non li vedo
né (congiunzione negativa): Né carne né pesce – ne (avverbio o pronome): Me ne vado; te ne importa?
sé (pronome): Chi fa da sé fa per tre – se (congiunzione): Se torni, avvisami
sì (affermazione): Sì, mi piace - si (pronome): Marzia non si sopporta
tè (la bevanda): Una tazza di tè - te (pronome): Dico a te!
Per gli apostrofi, questi indicano elisione: caso celeberrimo è il va’ pensiero (elisione da vai pensiero, quindi corretto). Seguono questa regola po’ (poco), fa’ (solo quando indica seconda persona – fai).
E per gli amanti del web, che spessissimo usano l’apocope (non è una parolaccia, ora vedrete), ecco grafie corrette, in neretto, ed in corsivo gli Orrori più usuali:
Beh o be’ – bhe, bhé
Mah - mha
Ehm - hem, em
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