sabato 18 luglio 2009

Ho visto il paradiso (prima parte)

Lo so che non ci crederete, ma io ho visto il paradiso. Qualcuno sorriderà, dirà che sono pazzo. Ma non è così. Ho aspettato un po' di tempo prima di raccontarlo. La clausola era chiara e io vi ho posto la firma. "Non dirai mai a nessuno quello che hai visto. Nel momento in cui svelerai questo mistero tu non potrai più rivedere questo posto e andrai dritto all'inferno" . Ho riflettuto bene. La scelta non è stata facile. Ma ormai è troppo tardi per tornare indietro. Ecco il racconto dei fatti. Non starò a convincervi della sua sua veridicità, lo scoprirete voi stessi alla fine che non è per nulla frutto di sogno o di fantasia. A dire il vero mi aspettavo qualcosa di più eccitante. L'unica cosa degna di nota, e che ha destato in me una forte emozione, è il vero motivo che ha mi spinto nella scelta di svelare il segreto. C'era un grande stadio, immenso, mica come quelli che vediamo la domenica. Questo conteneva milioni di posti, era impossibile contenerli in uno sguardo unico. Lo stadio era esaurito in ogni ordine di posto, come avrebbe detto Bruno Pizzul. Era un'arena ultratecnologica, sembrava addirittura un'enorme tribuna stampa. Ciascun posto era fornito di un pc e di una cuffia. Il bianco era il colore che dominava su tutto, mentre qui e là si accendevano delle lucine rosse a intermittenza. Man mano che mi avvicinavo riuscivo a individuare meglio gli spettatori. Erano di tutte le età, e cominciavo ad intravedere l'espressione dei loro volti . La cosa che mi colpì subito fu la differenza di umore che c'era nei loro sguardi. Alcuni sereni, altri tristi e depressi, certi addirittura felici, euforici. Ormai la mia curiosità era stata stimolata oltremodo, volevo capire chi fossero e cosa stessero facendo. Un addetto alla sicurezza mi vide nel mio imbarazzo e con un dito mi indicò un signore seduto dietro un enorme scrivania. Mi avvicinai, intimidito ma convinto che sarei riuscito a saperne di più...(continua)