mercoledì 18 giugno 2008

Ogni favola è un gioco

Raccontare favole (non nel senso di sparare cazzate) mi è sempre piaciuto. Raccontarle è quasi una sfida, un gioco, anche se a volte può sembrare faticoso. I bambini non vogliono saperne se sei stanco o sei hai i cabasisi retroversi. Loro sono esigenti e spesso non te la cavi con la solita minestra riscaldata. Sono bombardati da mille stimoli e se gli racconti sempre del cavaliere che sposa la principessa rischi di farti dire : “Ok papà lascia perdere, buona notte” (uhm...buona idea però in casi estremi).
Nonostante mio figlio avesse il vizio di interrompermi ogni 2 minuti, con domande strane, con proposte di cambiamenti alla sceneggiatura e altri interventi tendenti a farmi profferire :“Insomma la racconto io o la racconti tu?”, ho sempre trovato gratificazione. Alla fine, quando alla domanda : “Allora ti è piaciuta?, la risposta era “Sì papà, bellissima”, lo sforzo era stato ripagato alla grande.
Inventarne sempre di nuove è dura, specie se hai esaurito scorte e scorte di pozioni magiche, di incantesimi, di maghi con barba lunga e bianca e di brutte streghe con nasi lunghissimi e nei pelosi.
Ci fu un periodo in cui pensai di ottimizzare il tempo e la fatica. L’idea era di un unico protagonista, del tradizionale finale a lieto fine e come unica variabile la location. E fu così che da una normale prosecuzione di storie di maghi, venne fuori un personaggio che caratterizzò decine e decine di favole della buonanotte. Il vecchietto dal bastone magico. La caratteristica di questo bastone era che faceva “miracoli” solo se lo usava il nonnino e solo per fare del bene agli altri. Di contro, chi glielo rubava, e Dio solo sa quanti ci riuscirono, veniva assalito da sventure immani, veniva subito catturato o addirittura lo riconsegnava volontariamente, appena si accorgeva degli effetti nefasti. Questo vecchietto si godeva la pensione viaggiando. Le avventure più spericolate lo hanno visto protagonista nel deserto sahariano, sconfiggere pirati nell’oceano indiano, salvare animali nella giungla da avidi cacciatori, ritrovare quadri rubati al Louvre (era il periodo del Codice da Vinci) , impedire l’uccisione di tori in una corrida messicana, fermare una tormenta di neve sull’Himalaya a - 30°(povere ossa). Fu pure spedito, dopo un serio allenamento durato mesi, anche sulla luna come primo vecchietto astronauta, e fu grazie al suo bastone che fu risolto un serio problema elettronico alla navicella che permise loro il ritorno sulla Terra. Non mancò l’avventura in una crociera sul mediterraneo, dove salvò dalla morte sicura un centinaio di immigrati alla deriva che cercavano di arrivare sulle nostre coste (favola umanitaria).
(A ricordare queste cose in effetti mi viene il dubbio di avere esagerato con le catastrofi)
Ieri sera, prima di scrivere questo post, ho voluto rispolverare con Tommaso un po’ di ricordi e di avventure del nostro eroe. Ad un certo punto però mi fa .”Papà mi è venuta un’idea” . Rispondo: “ Stasera non ho voglia di raccontare favole”. E lui: “ No, no, stasera no. Però nelle prossime storie, visto che il bastone porta disgrazie a chi lo ruba, possiamo dire che lui era un bambino, che rubò pure lui il bastone e come sfiga diventò subito vecchio”. E io: “ Ehm…sì...sì, ok…buonanotte eh!”.