mercoledì 14 maggio 2008

AMARCORD PARTE 2° (la disco music)

Prendo atto che per me la politica in questo periodo non è cosa.
Sarà la batosta, sarà il panorama generale, sarà quello che sarà ma sento la necessità di occuparmi d’altro e non intristirmi con i soliti personaggi da commedia (per loro) e da tragedia (per noi) all’italiana.
E non mi si venga a dire che la politica è in tutto quello che facciamo, che quando andiamo a prendere un caffè al bar o comprando il pane dal fornaio già è politica. Sarà così, ma vi assicuro che nel bar dove vado io, mai parlato di politica con il barista, al massimo di temperature percepite, della sfiga dell’ Inter e i soliti apprezzamenti su qualche avvenente cliente (è un folle, per lui sono tutte avvenenti).
Per ora ho il trip nostalgico e oggi mi va di ricordarmi della musica degli anni 70.
Ho sempre pensato che ci sono 3 tipi di musica: la musica che piace e basta, la musica che piace e che ti fare la figura di quello che se ne intende e la musica che serve solo per farsi vedere figo intenditore e basta (quella che praticamente non si ascolta mai).
Io avevo l’intera collezione dei pooh per esempio, ed era per me motivo d’orgoglio (pensa te) e dopo sono cresciuto a pane e disco music.
Vado un po’ a memoria, i dischi che mi vengono in mente sono:
Saturday Night Fever dei Bee Gees con relativo film visto e rivisto, forse il primo evento cinematografico di massa per gli adolescenti di quel periodo. Anche il Tony Manero che era in me era venuto fuori.
Gli Chic con Good times che credo aprì le porte a tutta la disco music degli anni 80.
I primi rap della Sugarhill Gang con Rapper’s Delight (asseneghè…) che impazzavano in tutte le discoteche e su cui migliaia di D.J. hanno fatto la loro fortuna in quanto permetteva a tutti di fare i provetti rappers. Questo pezzo mi fa ricordare in realtà un episodio che ha a che fare con un lento (che strano). Avevo un amico un po’ particolare , un po “sfigato” ecco. E quando arrivavano i lenti era l’unico che non riusciva ad accoppiarsi e a ballare, gli dicevano tutte di no (toglietevi sto sorriso del c…., non ero io!). Una volta, in una discoteca in cui cmq impazzava rapper’s delight (ecco l’aggancio), al momento del lento invitò insistendo una ragazza che gli si negava ostinatamente con cose tipo sono stanca, non ballo i lenti etc…Mi ricordo che lui esasperato la minacciò con le testuali parole: Ok, guarda che io ti osserverò per tutta le serata, se per caso ti vedo ballare con qualcuno vengo lì e ti spezzo le gambine! (lo so, pareva brutto, ma era esasperato poverino).:-)
Un gruppo cult dell’epoca era la Kool and the Gang a cui ho legato il ricordo della mia prima festa in discoteca con i “grandi”. Entrai per la prima in quel luogo di perdizione, bombardato da luci, fumo (allora si fumava dentro, eccome) e dalla musica a tutto volume di Ladies night. Avrò avuto 14-15 anni e tutte le ragazze più grandi mi sembravano tutte donne fatali e le osservavo con una certa inquietudine.
Poi gli Earth Wind & Fire con un doppio album in cui c’era Boogie Wonderland e tante altre canzoni da ballare e da “acchiappo” come After the love is gone e numerosi pezzi che all’epoca venivano usati per sigle e sottofondo di programmi radiofonici.
Poi in ordine sparso, mi vengono in mente Afric Simone con Ramaya ( ricordate?“Ramaya Bokuko Ramaya abantu Ramaya Miranda tumbala, Ho Ho Ho Ramaya bokuko Ramaya abantu Ramaya Mitumbalà”) Forse il mio primo disco cult, frequentavo la terza media.
I Boney M con il tipo con il medaglione in petto ( and the rivers of babylon), Narada Michael Valden, Barry White, Giorgio Moroder, Donna Summer (un saluto al mio amico Hotstuff), K.C. and the Sunshine Band, Cerrone, le Richie Family, i Village people, George Benson, il mitico Eumir Deodato (questo è difficile eh), Diana Ross, , Sheila and the black devotion, D.D. Jackson, Gloria Gaynor e insomma che ve lo dico affà…aggiungetene qualcuno se potete.

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