sabato 8 marzo 2008

I migliori anni?

Oggi finalmente ho fatto un lavoro che dovevo fare da tempo, trasportare le vecchie videocassette 8 mm della telecamera analogica in cassette VHS. Non avendo più tale videocamera, me la sono finalmente fatta prestare da un amico e giù col trasferimeto di circa 30 ore di filmati (conto di finire tra stanotte e domani) Avevo chiesto in un negozio il dispositivo per trasmormarle in digitale per poi magari elaborarle e metterci sotto della musica di sottofondo e dei commenti parlati o scritti, ma il fatto che questo lavoro di elaborazione sicuramente non l'avrei mai fatto e il costo dell'aggeggio per trasformare il tutto mi ha fatto desistere ed optare per le vecchie cassette VHS.
MI sono passati davanti gli ultimi 15 anni della mia vita. Quelle immagini le avevo riviste solo una volta , di solito il giorno stesso in cui sono state girate.
Questi 15 anni non so se sono stati gli anni più belli, ma sicuramente quelli più importanti.
Le immagini che più mi hanno colpito, a parte gli anni in meno che chiaramente si vedono tutti, sono quelle in cui non c'erano i bambini che ora invece fanno parte della nostra vita e in cui c'era mio padre che ora non ne fa più parte.
Se dovessi fare un elenco di immagini di questi anni partirei proprio da un barbecue in Pian del Cansiglio in cui mio padre cercava legna per il fuoco. Non sono riuscito a non pensare che due anni dopo non sarebbe più stato in vita e che non avrebbe più visto nulla di tutto quello che è avvenuto dopo.
Poi una strana sensazione, come se ci fosse più silenzio di adesso, più verde (là dove c'era l'erba ora c'è una città)forse più allegria e voglia di stare insieme con parenti ed amici (forse sono solo sensazioni).
Una partta a tennis dove correvo come un matto, (in questo caso mi sembra sia passato un secolo). Delle immagini in cui mi ostinavo a suonare la chitarra e a cantare convinto di saperlo fare (che vergogna).
Le immagini di una nostra macchina piccolina che all'epoca ci sembrava enorme.
Le scene e i dialoghi in cui ci chiamavamo "amore" (e chi si ricordava?)e ci ostinavamo a fare primi piani uno dell'altro.
Il resto lo aggiungo ad opera finita se ne ho ancora voglia.
Milan Kundera, in "L'insostenibile leggerezza dell'essere", scrive:

"Tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere potremmo essere suddivisi in quattro categorie.
La prima categoria desidera lo sguardo un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico. [...] La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. Si tratta degli instancabili organizzatori di cocktail e di cene. C'è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. La loro condizione è pericolosa quanto quella degli appartenenti alla prima categoria in quanto volta o l'altra gli occhi della persona amata (o la scomparsa del pubblico per i primi) si chiuderanno e nella sala ci sarà il buio. [...] E c'è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori."

Perplessità indefessa

Ho un sonno tremendo, è l’una di notte, ma sto ancora qui davanti al pc, come se dovessi scavarci dentro e trovare qualche risposta, qualunque sia.
Pensavo a sto spazietto del blog, convinto sempre meno che qualche amico lo legga davvero.
Pensavo di cambiargli il nome, st’ antologia di paese degradato è un titolo senza molta ironia e pure angosciante per certi versi anche se si adatta alle cose che ci sono dentro.
Vorrei diventare pure io meno pesante, anche se un’amica mi ha chiesto in che cosa fossi così pesante, non le risultava, magari mi conosce poco.O sono io che mi vedo con l’anima di piombo?.